Coletta un Cavallino vero. Ha già fatto la storia

Ventiquattro ore non gli bastano. Antonello Coletta, l’uomo che ha riportato la Ferrari a LeMans e l’ha pure fatta vincere, avrebbe bisogno di giornate di 36 ore per poter fare tutto quello che ha in mente e accontentare tutti quelli che lo vorrebbero festeggiare. L’altra sera era ospite della Sfc Abbiategrasso per ricevere il premio Cavallino, arrivato ormai alla tredicesima edizione e che ogni anno premia un personaggio del mondo Ferrari.

Antonello Coletta premiato da Paolo Pavesi

Quest’anno la scelta non poteva che cadere su monsieur Le Mans, ma il bello è che il presidente del club, Paolo Pavesi, con notevole preveggenza, aveva contattato Coletta ancora prima del successo di Le Mans. Già il fatto di aver riportato la Ferrari a gareggiare nella massima categoria era un’impresa, un’idea che tanti amministratori delegati avevano bocciato e che il presidente Elkann ha invece fatto sua.

Coletta deve essere stato davvero convincente. Certo si è messo in un bel frullatore perché quando a quel punto ha avuto l’ok la macchina non era ancora stata neppure disegnata. E gli avversari come Toyota ma anche Peugeot, erano in pista da anni.

Ad Abbiategrasso Coletta ha svelato alcuni retroscena dell’avventura, come quando a tre mesi dal debutto ha deciso di cambiare radicalmente un particolare per rendere competitiva la 499 P e non accontentarsi, o come quando è stato rifatto in toto il progetto del motore elettrico che prendeva fuoco.

“Prima della Pole di Sebring non avevamo mai provato un vero giro da qualifica e la nostra prima 24 ore l’abbiamo completata a Le Mans perché nelle simulazioni tra un inconveniente e l’altro non c’eravamo mai riusciti, ci mettevamo 36 ore a completare una 24…”, il suo racconto, completato da aneddoti interessanti come quelle 40 ore riempite di caffè e svuotate di sonno che hanno accompagnato la gara, la scelta dei piloti, la sua volontà di insistere su Giovinazzi che in molti gli sconsigliavano, la sua idea di dare quel tocco di giallo alla livrea richiamando la storia della Ferrari nonostante i dubbi di altri.

Davvero bravi gli amici del Sfc Abbiategrasso a raccontare un uomo come Coletta. Un uomo che l’anno scorso ha detto no al posto di Binotto per completare l’impegno di Le Mans che si era preso. Non lo avrebbero fatto in molti, ma anche questo racconta la grandezza di un personaggio che ha già scritto una pagina importante nella storia della Ferrari.

Vincere la Le Mans, quella del centenario, vale di più del Mondiale vinto da Toyota. Credo che solo in Giappone, non lo ammettano (almeno in pubblico). Ma ora tocca alla Fia lavorare bene sul Balance of Performance per rendere il campionato più credibile. La riduzione di cavalli e l’aumento di peso che ha colpito la 499P da Monza in poi, la penalizza troppo e ha davvero poco senso. Bisognerà essere forti anche politicamente ora. Ma questo è un altro discorso.

Per ora godiamoci Le Mans.

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umberto zapelloni

Nel 1984 entro a il Giornale di Montanelli dove dal 1988 mi occupo essenzalmente di motori. Nel gennaio 2001 sono passato al Corriere della Sera dove poi sono diventato responsabile dello Sport e dei motori. Dal marzo 2006 all'aprile 2018 sono stato vicedirettore de La Gazzetta dello Sport

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